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Il Collagene è alla base del benessere del nostro organismo
Il collagene grazie alla sua duttilità svolge una importante varietà di funzioni nel nostro organismo. È elastico nella nostra cute, duro e consistente nelle unghie, filamentoso e flessibile nei capelli e nelle fibrille dell’osso, liquido nelle secrezioni. Nell’osso funziona da matrice organica, deputata al deposito dei minerali che gli conferiscono rigidità. Senza il suo intervento, il calcio scorrerebbe via inutilizzato. Sulla cute e sulle mucose stende invece un velo di protezione che svolta questa funzione si disgrega nutrendo i tessuti sottostanti.
Oltre ad essere la principale proteina del nostro organismo, il collagene si distingue per la molteplicità delle sue funzioni e, conseguentemente, delle patologie derivanti dalla sua carenza: l’affezione morbosa legata all’insufficiente apporto delle materie prime d’origine alimentare indispensabili per la rigenerazione fisiologica dei tessuti, degli organi e degli apparati in sofferenza che prende il nome di collagenopatia carenziale.
Il ruolo fisiologico del collagene era già noto negli ultimi decenni del secolo scorso, ma soltanto per particolari funzioni e aspetti. Il trattato del 1977 Biochemistry di Lehninger descrive le molteplici funzioni del collagene.
Il Textbook of Medica/ Physiology del 1986 va oltre, prestando particolare attenzione all’apparato osteoarticolare: afferma infatti che il collagene funge da matrice organica, deputata al deposito dei sali minerali nelle ossa. Aggiunge inoltre che l’osteoporosi è causata più da un difetto di questa matrice organica, che non dal mancato apporto di sali minerali.
Il collagene è anche la proteina più soggetta a una perdita continua, quotidiana. È stato calcolato che la sua perdita giornaliera corrisponda a circa 20 grammi di aminoacidi. In parte essi sono rimpiazzati dall’organismo riciclando le proteine usurate, in parte sono assunti e reintegrati con il cibo.
Da qui nasce l’idea di ricorrere a una parziale idrolisi del collagene (a livello di integratori), che ne facilitasse la digestione e l’assimilazione sotto forma degli aminoacidi che servono all’organismo per rigenerarlo (Silvestrini e Kirschner, 2000).